ALIMENTAZIONE E CANCRO

12.12.2018

Al giorno d'oggi, conoscere qualcuno malato di un qualsiasi tumore rientra ormai nella normalità. Con il passare degli anni, malattie che sembravano sporadiche, sono entrate a grandi passi nella quotidianità.

Nel 2016, dai dati dei rapporti della AIRTUM, è stato visto che, nel corso della vita, un uomo su due e una donna su tre si ammaleranno di tumore. Questo è un dato che personalmente mi ha colpito moltissimo: sono numeri davvero alti.

I tumori più frequenti sono quelli al colon-retto e alla mammella, a seguire quello al polmone e alla prostata.

In compenso la mortalità per tumore sta diminuendo.

Con questi numeri così alti, capire come gestire al meglio l'alimentazione di un malato oncologico risulta davvero importante.

Se infatti, da un lato, le terapie farmacologiche sono molto importanti per debellare il tumore, una corretta alimentazione e delle piccole astuzie nutrizionali vanno a cooperare egregiamente con la terapia oncologica, potenziandola e limitandone gli effetti secondari.

PREVENZIONE ONCOLOGICA A TAVOLA

Sicuramente uno dei primi argomenti da affrontare è quello della prevenzione. Ormai questo punto è davvero piuttosto inflazionato e, se prima sentir parlare di alimentazione come prevenzione alle malattie sembrava ridicolo, adesso è molto comune fare questa associazione.

Considerando che ci alimentiamo almeno 3 volte al giorno, quello che ingeriamo può davvero fare la differenza, sia nella nostra composizione corporea "visibile" che in quella "invisibile".

Le linee guida sono poche, ma davvero efficaci:

    1.   Limitare il consumo di zuccheri

La motivazione del limitare il consumo di zuccheri per la prevenzione oncologica è dato dall'effetto dannoso creato dai picchi glicemici che si creano nel nostro sangue quando ingeriamo una quantità di zucchero eccessiva. L'innalzamento della glicemia porterà ad un rilascio di insulina da parte del pancreas, che servirà proprio a indurre le cellule dell'organismo ad assorbire lo zucchero circolante nel sangue. Quando lo zucchero è molto e l'insulina rilasciata aumenta, questa andrà a promuovere la glicazione delle proteine, generando "AGE" ossia "prodotti avanzati della glicazione delle proteine" che attiveranno a loro volta i geni promotori dell'infiammazione. Quest'ultima altera l'equilibrio corporeo aprendo le porte ai tumori e facilitando la loro espansione.

   2.      Limitare il consumo di latte e latticini

Anche il latte, contenendo galattosio e lattosio, ha un forte potere infiammatorio sull'organismo, andando a promuovere la produzione di molecole come l'interleuchina 6. Oltre questo, essendo il latte un alimento volto a promuovere la crescita dei vitelli, è particolarmente ricco di IGF-1 (un fattore di crescita che risulta implicato nello sviluppo tumorale)

   3.     Mantenere il peso forma

Mantenere il proprio peso nel range del normopeso contribuisce a limitare l'infiammazione, l'insulino resistenza e la sindrome metabolica che predispongono allo sviluppo tumorale.

   4.     Mantenersi attivi giornalmente

Fare sport OGNI GIORNO, camminare, muoversi. Ricordiamoci sempre che il nostro corpo è fatto apposta per essere sempre in movimento e la vita sedentaria peggiora la risposta del nostro organismo all'infiammazione e la nostra risposta allo stress, oltre a contribuire ad una scorretta gestione glucidica.

    5.    Limitare il consumo di carni rosse e lavorate

Ricordate il report del 2015 in cui l'OMS classificava la carne rossa e lavorata rispettivamente come possibili cancerogeni e cancerogeni certi? Bene, non è ancora stato smentito, semplicemente si è smesso di parlarne.

    6.   Consumare cibi vegetali: cereali integrali, vegetali, frutta e legumi

Per il quantitativo di vitamine, fibre e minerali presenti, oltre a numerosi antiossidanti, hanno un effetto protettivo nei confronti dell'infiammazione, dello sviluppo tumorale e delle malattie in genere. Aiutano l'organismo a funzionare meglio e a rispondere allo stress in maniera corretta.

    7.   Diminuire il consumo di grano

Il grano odierno sembrerebbe contenere un quantitativo di glutine maggiore (alcuni dicono addirittura un tipo diverso di glutine) che risulta, se consumato costantemente, molto infiammatorio per la parete intestinale, causando la sindrome dell'intestino permeabile e gettando le basi per l'insorgenza del tumore all'intestino.

   8.    Attenzione alla Vitamina D

Questa vitamina che sempre ci viene ricordata correlata all'assimilazione di calcio, è in realtà una delle molecole più interessanti per il nostro organismo: promuove il sistema immunitario, promuove la sintesi di serotonina ed ha un effetto protettivo sul tumore alla mammella davvero impressionante (82% di probabilità in meno se la vitamina D è in concentrazioni superiori al 60 nmol/l).

Per ora ho segnalato solo quelle che concernono l'alimentazione, ma se volete leggerle tutte potete andare sul sito dell'AIRC, oppure sul sito americano del WCRF.

L'ALIMENTAZIONE DEL PAZIENTE ONCOLOGICO: DOPO LA DIAGNOSI

Una volta che ci si ritrova con una diagnosi di un tumore in mano lo sconforto e il panico si impossessano della nostra mente ed è davvero difficile non vivere l'esperienza con paura e fatalismo.

Nella mia carriera ho avuto esempi di meravigliose persone che hanno affrontato, sorriso alla mano, giorno dopo giorno, il lungo percorso dalla diagnosi alla guarigione, con una forza che mi ha insegnato davvero tanto.

Le ringrazierò per sempre per l'esempio che mi hanno dato.

Generalmente si entra nella terapia oncologica senza troppo pensare a come gestirla dal punto di vista alimentare, cosa che può essere invece interessante sia per gestire gli effetti collaterali della chemioterapia, sia per aiutare l'efficacia della stessa.

CHEMIOTERAPIA E ALIMENTAZIONE

Il ruolo della chemioterapia è quello di andare ad attaccare le cellule che si replicano continuamente.

Questo è una caratteristica che accomuna le cellule tumorali con quelle di molti distretti corporei: capelli, peli, mucose (bocca, intestino, stomaco, genitali), midollo osseo.

Proprio per questo motivo, nel momento in cui si inizia una chemioterapia, questi distretti corporei risulteranno particolarmente minacciati.

Quando la terapia avanza e agisce va spesso ad infiammare, in modo più o meno severo l'apparato digerente causando i tipici effetti collaterali: nausea, diarrea, candidosi, esofagite.

  • INFIAMMAZIONE

È opportuno quindi capire cosa consumare in questi casi e come alleviare l'infiammazione senza andare incontro a malnutrizione.

Oltre a limitare crusche, proteine animali e farine raffinate, possiamo andare ad aiutarci con diversi prodotti:

  • KUZU, MUCILLAGINI E ALGHE WAKAME

È una fibra solubile che crea a livello intestinale una sorta di gel. Questo, oltre ad essere un ottimo substrato per la nostra flora batterica, va a foderare le mucose infiammate di tutto il tratto digerente impedendo l'aumentare dell'infiammazione. Per assumere il kuzu si può sciogliere in acqua e far bollire per creare la gelatina: può essere anche utilizzato come addensante per zuppe.

Allo stesso modo possono risultare utili le piante mucillaginose come la Malva o l'Altea che svolgono la stessa funzione protettiva. In questo caso si può fare una tisana concentrata e bere a piccoli sorsi durante il giorno.

Anche le alghe Wakame contengono discrete mucillagini oltre a contenere un ottimo olio algale che risulta protettivo per le mucose: queste possono essere consumate aggiunte ad una zuppa.

  • NAUSEA

Un altro aspetto tipico della chemioterapia è la nausea. In questo caso è utile consumare cibi secchi e salati (ad esempio gallette di riso con miso) e avere cura di consumare diversi piccoli pasti invece che i soliti due abbondanti. A volte la terapia oncologica che porta nausea richiede anche 8 pasti al giorni, dividendo opportunamente l'apporto di nutrienti.

  • ZENZERO E THÈ BANCHA

Un aiuto alla nausea può essere quello di bere piccoli sorsi di un decotto di zenzero fresco (un paio di fette in una tazza, far bollire per 3 minuti e lasciare in infusione per 10 minuti coperto), ma risulta ottimo anche il thè bancha, naturalmente senza caffeina.

Infine cercate il più possibile di distrarvi e rilassarvi (anche con buoni esercizi di meditazione) durante la chemioterapia: spesso la paura che scatena fa insorgere velocemente la nausea.

COME ALIMENTARSI

Cibi integrali, semplici, non troppo elaborati: cereali, legumi, semi oleosi, frutta fresca.

Niente di troppo lontano dall'alimentazione che ciascuno dovrebbe seguire durante la propria vita.

ALIMENTAZIONE DEL PAZIENTE ONCOLOGICO: LA DIGIUNOTERAPIA

Sicuramente, con gli studi del Prof. Longo e con la divulgazione mediatica che ne è conseguita, tutti avranno sentito parlare almeno una volta di digiunoterapia.

Questa è una pratica che risulta essere davvero molto efficace sopratutto nel paziente oncologico, se fatta con attenzione.

Ancora una volta vi esorto a non improvvisarvi, ma di affidarvi a professionisti della nutrizione.

  • PERCHÈ LA DIGIUNOTERAPIA?

Generalmente, quando si parla di paziente oncologico, la prima cosa che ci viene in mente è il forte dimagrimento che può avvenire e quindi, il solo pensare a sottoporlo ad un digiuno può sembrare davvero pericoloso.

Infatti la digiunoterapia oncologica viene proposta con un preciso protocollo in modo da farla coincidere con il giorno precedente e quello seguente al giorno della chemioterapia.

Il razionale che c'è dietro questo protocollo (chiamato STOP-EAT-STOP) è dato da una particolare caratteristica delle cellule tumorali che vanno a prediligere la glicolisi anaerobica: in pratica i tumori si nutrono di solo glucosio (mentre quelle sane riescono a nutrirsi dei corpi chetonici che sono rilasciati durante il digiuno).

Andando quindi a fare un digiuno terapeutico che impedisca di portare glucosio alle cellule tumorali si vanno ad affamare e, quando il giorno della chemioterapia si introdurranno alimenti ad alto indice glicemico questo scatenerà una forte attivazione metabolica delle cellule tumorali che diventeranno più recettive nei confronti del chemioterapico.

Il giorno dopo la chemioterapia si seguirà nuovamente un giorno di digiuno terapeutico in modo da permettere alle cellule sane di riprendere e dare il "colpo di grazia" a quelle tumorali.

Il digiuno non sarà completo, ma si introdurranno esclusivamente cibi "non a bolo": frullati ed estratti senza amidi.

  • LA DIGIUNOTERAPIA NON SI ACCOPPIA A TUTTE LE TERAPIE ONCOLOGICHE

Non tutti i tipi di chemioterapie si prestano al protocollo descritto, né tantomeno tutti i pazienti: evitate di improvvisare e attenzione a trovare una figura professionale che sia in grado di valutare la situazione.

Tra una chemioterapia e l'altra il paziente può riprendere ad alimentarsi secondo le linee guida dette la scorsa settimana: cibi integrali, non elaborati e ricchi di vegetali per aumentare il potere antiossidante.

È importante sottolineare che durante la chemioterapia, eventuali integratori antiossidanti o vitamine vanno sospese perché avrebbero un effetto in contrasto con quello della chemio.

OLTRE L'ALIMENTAZIONE

Per quanto sia davvero impegnativo affrontare il percorso di guarigione da un tumore, è essenziale "vivere nel frattempo". L'unico tempo che abbiamo nella nostra vita è quello presente: questo vale per i sani e per i malati. Aspettare la guarigione per fare qualcosa che ci piace è come aspettare le ferie per fare quello che amiamo: la vita è oggi e domani non esiste. Ritagliamoci ogni giorno dei momenti per godere del tempo che abbiamo: magari non potremo scalare montagne nell'immediato, ma possiamo fare dei sentieri nel bosco. E vi assicuro che, se continuiamo a vivere nell'ora, il momento di scalare le montagne arriverà :)