Gonfiore addominale e FODMAP

Molto spesso, durante il mio corso sull'intestino, ma anche durante le prime visite con i pazienti, mi sento dire "a me si gonfia spesso la pancia se mangio la cosa x" oppure "il tal alimento mi porta diarrea", cui, immancabilmente segue la frase che più mi fa accapponare la pelle "sono intollerante"

Non vogliatemi male, ma io sono intollerante alle intolleranze

Prendiamo per assodato che dal punto di vista strettamente scientifico le intolleranze non hanno nessun tipo di valenza, eccezione fatta per quella al lattosio e per quelle a determinate sostanze (istamina, tiramina, solanina o additivi alimentari).

Una volta appurato ciò: perché mi si gonfia la pancia?

LA TEORIA DEI FODMAP

Per moltissimi anni, la condizione dell'intestino irritabile è stata associata prevalentemente allo stress, visto che chi ne soffriva reagiva apparentemente ad "ogni tipo di cibo". Nel 2005 è uscito il primo studio di Sue Shepherd e Peter Gibson sulla fermentazione intestinale di determinati zuccheri: oligosaccaridi, disaccaridi, monosaccaridi e polioli (il cui acronimo è appunto Fodmap).

Questo approccio fu negli anni validato scientificamente e ha dato molta chiarezza nel campo dell'intestino irritabile.

In pratica, fu messa alla luce l'esistenza di determinati alimenti contenenti questi zuccheri scarsamente assorbiti nell'intestino e il cui destino è quello di essere fermentati dal nostro microbiota.

Nella persone con problematiche intestinali (non solo IBS, ma anche Morbo di Crohn, colite ulcerosa, celiachia, allergia al nichel...) la presenza di questi zuccheri fermentescibili causa una forte distensione addominale, gonfiore e fastidio.

Quindi 9 su 10, quello che vi affligge non è una vaga intolleranza al "grano", ma una sensibilità a determinati fodmap

I GRUPPI FODMAP

Come ho detto prima questa sigla è un acronimo che comprende determinati classi di zuccheri diversi: non è detto che saremo sensibili a tutti i gruppi, molto spesso solo uno o due gruppi sono quelli che davvero ci disturbano.

1. FRUTTANI
   Sono il gruppo più grande, che comprende moltissimi alimenti. Qui ci sono tutti i cereali contenenti glutine (ma il problema NON È il glutine, una proteina, bensì questa classe di zuccheri), pochi tipi di frutta (pesche, cocomero, melagrana...), molte verdure (tipo i carciofi, l'aglio, i porri, le cipolle, gli asparagi, broccoli...) e quasi tutti i legumi
2. GALATTOLIGOSACCARIDI
   Generalmente presenti nei legumi, di tutti i tipi (sigh)
3. LATTOSIO
   Ebbene sì: anche lui è un fodmap!
4. FRUTTOSIO Esistono determinati alimenti che hanno un quantitativo di fruttosio "fuori controllo": in pratica se il fruttosio è in quantità elevate e non accoppiato ad altri zuccheri che ne facilitano l'assorbimento, questo resta nell'intestino e fermenta. Un tipico esempio di alimenti ad alto contenuto di fruttosio "libero" sono il miele, lo sciroppo di agave e molti frutti come ad esempio la mela. Ah, ovviamente anche il fruttosio puro
5. POLIOLI
   Anche i polioli sono molto diffusi negli alimenti: molta frutta ne contiene in abbondanza e pochi vegetali. Ma il grosso dei polioli sono quegli zuccheri "dietetici" che finiscono in "olo": xilitolo, maltitolo, mannitolo... Per identificarli facilmente basta leggere le etichette e allontanarsi da quei prodotti che dichiarano "un consumo eccessivo può avere un effetto lassativo"

Questi sono i Fodmap che spesso mi sentite nominare.

Ma come si affronta e si struttura una dieta low-fodmap? Come si riconoscono i gruppi fastidiosi? Una volta capito cosa sono questi famosi FODMAP, che faccio?

La domanda che mi viene posta sempre è: dove si compra il test?

Me lo fa Lei?

No. Non esiste nessun test in grado di dirci la nostra tolleranza ai fodmap, di accorciarci il cammino verso una nuova consapevolezza alimentare

L'unico modo per capire quale #fodmap è il responsabile del nostro malessere è: provare!
Quindi, sebbene spesso ci crogioliamo in qualcuno (o qualcosa) che decida per noi cosa è bene e cosa è male, questa volta dobbiamo essere gli unici "sensori" del nostro benessere

LE FASI DELLA DIETA

Il primo passo da fare sarà ovviamente quello di eliminare totalmente i fodmap in tutte le loro meravigliose declinazioni

Vista così può sembrare una dieta davvero restrittiva, ma vi assicuro che con piccoli escamotage è davvero semplice adattare qualunque tipo di dieta - anche una 100% vegetale - al protocollo low fodmap.

Essenzialmente sarà una dieta basata su cereali senza glutine (ripeto, solo per il loro contenuto in fruttani, non per il glutine!), senza latticini (evviva), senza legumi ricchi di fodmap e senza quelle verdure e frutti che contengono molti zuccheri incriminati.
Il fatto di non avere legumi può spaventare una persona che ha fatto una scelta vegan, ma con piccoli escamotage si possono continuare a consumare senza problemi.
Una volta scomparsi i sintomi che si desiderava ridurre, si passa alla delicatissima fase di reinserimento.
I fodmap andranno inseriti gradualmente mantenendo la separazione in gruppi: ad esempio potrò iniziare reintroducendo i fruttani, oppure i polioli, ma mai i due insieme.
Nel momento di reinserirli dovrò prestare massima attenzione ai sintomi, compilando un diario alimentare in modo da tenere sotto controllo gli avvenimenti.

La regola d'oro in questa fase è: NON AVERE FRETTA.

In ogni caso passerò a testare in questo modo tutti i gruppi: se avremo fortuna, saremo sensibili solo ad un unico gruppo fodmap!

Questo tipo di approccio, sebbene lento e meticoloso, permette di relazionarsi con il cibo con un tipo nuovo di consapevolezza, volta a conoscere il proprio organismo come unico e non paragonabile a nessun altro, oltre a regalare un benessere intestinale definitivo o quantomeno controllabile!

Perchè dico "controllabile"?
Perchè se scopro di essere sensibile ad un determinato fodmap, mettiamo come esempio i fruttani (grano, cereali vari...) posso consapevolmente decidere di mangiarmi un piatto di pasta ogni tanto "godendomi" un po' di gonfiore intestinale: l'importante è non consumare giornalmente il fodmap incriminato!!